La malattia tredecennale di Elio Aristide, sofista Adrianeo / esposta da Vincenzo Malacarne.

  • Vincenzo Malacarne
Date:
1799
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Credit: La malattia tredecennale di Elio Aristide, sofista Adrianeo / esposta da Vincenzo Malacarne. Source: Wellcome Collection.

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    piacevolmente intorno a cofe iftoriche, recondite, mediche, geo- grafiche e mitologiche, tutte fcopo degli ftudj noftri ? Quelle ri- fleftìoni mi hanno fatto ripigliar le Opere d'Ariftide tra le mani, e mi danno il coraggio di trattenervi intorno alia lunghiflima fua malattia, defidcrofo di compiacere chi mi ha invitato con tanta degnazione, e fpinto con tanto gentile amorevolezza, altrettanto quanto ficuro della vaitra benigna attenzione , folita di cotnpar- tirfi più largamente a chi ( come io ) ne ha più fpecialmente bifogno. E perchè flavi più raccomandata quella mia fatica Tappiate, o Signori, che chi la volle aflolutamente da me fu il noftro valorofo non meno, che generofo Socio, 1’Ab. Melchior Cejarotti, egli me- defimo, che fu per cosi dire il Taumaturgo, dalia voce del di cui genio poffente, ravvivatore di quanto avea di più bello, di più elo- quente la Grecia antica, rifufcitato venne, con quello di molti al- tri autori di quella nazione, il nome e la fama del Sofifta di Adriani per 1* Italia, dove pochiflìmi erano coloro, che ne avef- fero qualche fuperficialifltma idea dell’ efifteoza (*), mentre che oggidì fono innumerabili e uomini e donne, che leggono e gu- fano le bellezze fparfe per le opere del medefimo, grazie alla vivaciflìma energia dello ftile, e alla fquifitezza del gufto, e alla folidità del giudizio del focio noftro nella fcelta, nell’efpofizione, e nella critica delle opere intiere, e de’nobili fquarci, che ne ha pubblicato nel Cor/o ragionato dì Letteratura Greca, che vide la Juce per via delle ftampe nitide ed eleganti de’ Fratelli Penada qui in Padova 1’ anno 1784 in 8.° Vi piaceranno fempre più le opere d' AriJlìde inferite nel fecondo tomo della prima parte del (*) Sarebbe pur quello il luogo di fare i giudi elogi di due perfonaggi a voi rutti ben noti per la vadità dell’ erudizion loro , che del medefimo trattarono illudendone il primo la ifcriziont elìderne nel celebre Mufeo di Verona per Ariflide onorificentiflìma ; il fecondo pubblicandone V orazione contro di Leprine da fe tradotta col tedo greco a fronte , e con eruditillìme annotazioni doviziofamente adornata. Quelli fono Giufeppe Bartoli, di cui ho goduto l’amicizia, ed ho frequentato la fcuola di letteratura greca ed italiana, e d’antichità, quando egli era profeffore nell’ Univerfità di Tori- no, la di cui dilfertazione dimodrante la bellezza di tale greca ifcrizione fu dampata colia norizi* del dette Mufee in Verona per lo Romanzini in quarto del 1745 ; e 1’ Ab. Jacohe Morelli Prefetto alla Biblioteca di S. Marco in Venezia, amico mio cordialidìmo, che con le ftampe dal Palefe nel 1785 in 8. pubblicò la mentovata orazione ; ma 1* univerfal eftimazione di cui giojfcono me ne difpenfa. A 2 / I