Il medico per tutti in tempo di peste : o sia Raccolta di validissimi rimedj preservativi, curativi, spurgativi ... Dati alla luce con approvazione, e per ordine del Mag. della Sanità di Venezia l'anno della peste MDCXXX / et ora fatti ristampare ... da G.C: S. ; con la giunta di alcuni specifici, adoperati nell'ultima peste di Marsiglia, l'anno MDCCXXII ; tradotti dalla lingua francese, nell'italiana.
- Venice (Republic : To 1797). Magistrato della sanità
- Date:
- 1743
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Credit: Il medico per tutti in tempo di peste : o sia Raccolta di validissimi rimedj preservativi, curativi, spurgativi ... Dati alla luce con approvazione, e per ordine del Mag. della Sanità di Venezia l'anno della peste MDCXXX / et ora fatti ristampare ... da G.C: S. ; con la giunta di alcuni specifici, adoperati nell'ultima peste di Marsiglia, l'anno MDCCXXII ; tradotti dalla lingua francese, nell'italiana. Source: Wellcome Collection.
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![ra fHma?o l’infermo affatto infettato » per quella ragione che dice Egidio : che il Amile ferve al Amile, e la regione alla regione. Imperoche la nuvola fituata nella fommità dell’urina, denotava, che la Pelle era già afeefa al ca¬ po: il quale flato de!male A rifana con non molta difficoltà.Mà quando nell! urina appariva la nuvola nel fondi, & anco con qualche (peflèzza, che tira* va al folco', e tall’hora ad una innâmatione roflèggiante,all’hor<i compre»-, devo che la Pelle era già difeefa dal capo, e A era diffòndefta,e difperfa per il corpo, e per ciò eflère pericolola, e difficile à curarA. Ma tuttavia non era peranco affetto incurabile, Ano che la gianduia crepava. Perche dopo il crepare della gianduia ne vi era rimedio, ne fperanza di falute. Nel quinto modo conofcevo il male dal fangue cavato per il falaflo: per*» che alcune volte dopo ripofato il langue ritrovavo un’ humore che tirava-» al rollo, & alquanto chiaro ; & all’ hora dimoftrava che il male era caufa- to dalla colora roffa, la quale è calida, e fecca ; da che nafee che il calore caufa il roflòre, e la Accità caufa la chiarezza. Alcuna volta apparifee il roflòrc con qualche torbidezza infpeffìta, & all’hora m’accorgevo , che il male procedeva dal fangue corrotto ; poiché il fangue è caldo, & humido, e da qui nafee che dal calore è caufato il roflòrc, e dall’ humidità la fpeflèz- za. Mà alcuna volta quefto humore apparifee acquofo, e chiaro, all’hora conofcevo ch’il male procedeva dalla colora grande; la quale eflèndo fred¬ da, e fecca,la freddezza cagionava l’acquofità, e la Accità caufava la chia¬ rezza . Rimedi] contro la Pejìe. VII. T) Erche à quelli che fono feriti di quello male non porta gioyamen- JL to alcuno quanto fin’ hora habbiamo detto fe non fe gli fà provi¬ none di opportuno rimedio : però intendo hora di dire di quelli rimcdij,che fono atti, e vagliono per difcacciare elfo maletbenche nò dirò generalmen¬ te di tutti; mà di alcuni folamentc de quali mi fono fervito, c l’ufo de quali hò efperimentato. Lafciando adunque di dire di quelli, che poflòno eflère offèfi dalla Pelle, i quali quando habbiano congietture di futura corruttio- ne , devono fuggire l’aria , che fia per corromperli ; dirò di quelli, che già fono infetti, e feriti dal male. Se adunque l’appellato fendendo la Pelle ra¬ dunata in gianduia in alcuno de luoghi già detti : prima che fuffero pallate dodeci bore dopo che la gianduia cominciava far lentir il dolore, fi feopri- va ferito ; facilmente era curato. Ma fe paffete le dodeci hore manifeflava il male, all’hora andavo ricercando illuogo del dolore, & inveftigavo s’egli era facile, ò difficile da curarli ; Imperoche io davo all' infermo della feriti ca perfettìffima alla quantità d'una me e, òanco d’un’ ovo picciolo, fecondo le perfone. E fe l’infermo vomitava la Teriaca comprendevo eh’ il](https://iiif.wellcomecollection.org/image/b30499811_0024.jp2/full/800%2C/0/default.jpg)