Della medicina ... libri otto / volgarizzamento di G.A. del Chiappa.

  • Aulus Cornelius Celsus
Date:
1841
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Credit: Della medicina ... libri otto / volgarizzamento di G.A. del Chiappa. Source: Wellcome Collection.

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    cap. ii. — Quae imbecillis servando sint. A( imbecillis (<juo in numero magna pars urbanorum, omnesque pene cupidi litlerarum sunl) observalio major necessaria est: utquod voi eorporis, vel loci, vel studi! ratio detrabit, cura restituat. Ex bis igitur, qui l)ene con- coxit, mane luio surget ; qui parum, quiesce- rc debel, et, si mane surgendi necessitas Ine- rii, redormire : qui non concoxit, ex loto con- quiescere, ac ncque labori se, ncque exereila- lioni, ncque negotiis credere. Qui crudum sine praecordiorum dolore ruotai, is ex intervallo aquam frigidam biberc, et se nihilominus cou- tinere. Habitare vero edificio lucido, perfla- lum aeslivum, bibernum solem habente ; ca- vere meridianum solem, matutinum et vesper- tinum l’rigus ; ilemque auras fluminum atipie stagnorum : minimeque, nubilo eoelo, soli a- perienti se committere, ne modo frigus, modo calor moveat : quae res maxime gravedines de- stillationesque concilat. Maqis vero gravibus loeis is la servanda sunl, io quibus ebani pesfi- lentiam facilini. Scire autem licei integrum corpus esse, cmn quotidie mane urina alba, dein rufa est: illud concoquere, boc concoxis- se significai. Ubi experreclus esl aliquis, pau- lum intermittere : deinde, nisi biems esl, fo- vere os multa aqua frigida debet,. Longis die- Ijus meridiari potius ante cibum ; sin minus, post eum : per hiemcm potissimum loiis 110- ctibusconquiescere. Sin lucubrandum est, non post cibum id facere, sed post concoclionem. Quem inlerdiu vel domestica, vel civilia offi- cia tenuerunt, buie tempus aliqnod servau- dum curationi eorporis sui est. Prima autem ejus curatio exercitalio est, quae semper ante- cedere cibum debel : in eo qui minus labora- vit et bene concoxil, amplior ; in eo, qui fali- gatus est., et minus concoxit, remissior. Com- mode vero exercent, clara lectio, arma, pila, cursus, ambulalio : alque liaec non utique plana, commodior est; si quidem melius ascensus quoque et. descensus, cum quadam varietale corpus moveat, nisi tamen id per- quam , imbecillum est. Melior autem est sub divo, quam in porticu ; melior, si caput pati- tur, in sole, quam in umbra : melior in um- bra, (piani parietes aut viridia efficiunt, quam quae tecto subesl, melior reeta, quam flexuo- sa. Exercitationis autem plerumque finis esse debet, sudor, aut certe lassi ludo quae ci tra fatigationem sit : idque ipsuni, modo minus, modo magis faciendum est. Ac ne bis quidem, athletarum exemplo, vel certa esse lex, vel im- modicus labor debet. Exercitationem recte sequitur, modo unclio, vel in sole, vel ad ignern ; modo balneum, sed conclavi quam maxime et alto et lucido et spatioso. Ex bis vero neutroni semper fieri oportet; sed sac- Ctlso. Cap. li. ■— Precauzioni che usar devono le persone dilicate. Ma ai deboli ( i quali sogliono essere per lo più gli abitatori della città e gli amatori delle lettere) si richiede attenzione maggiore, affinchè ridoni loro la cura ciò che gli tolse la circostanza del corpo, del luogo c dello stu- dio. Adunque quando alcuno di questi digerì bene, a suo prò si leverà di buon mattino: chi digerì poco, deve riposare, e se fu astretto a lev arsi per tempo, tornare a dormire : eh» non digerì, riposare interamente, nè darsi ut lavoro, agli esercizi, agli affari. Chi ha rulli per crudezza senza dolor dei precordi, bere a riprese acqua fresca, e starsene tuttavia in ri- poso. Alloggiare poi in casa chiara, ventilala di state, soleggiata di verno ; schifare il sole del meriggio, il fresco della mattina e della se- ra ; e del pari le arie dei fiumi e degli stagni : ed a cielo nuvoloso non esporsi alle spere del sole, onde non si desti ora caldo, ora freddo, cosa che più d’ogn’altra eccita raffreddori e flussioni. Queste regole si devono maggiormen- te osservare nei luoghi insalubri, nei quali in- sorge anche la peste. Bisogna poi sapere che si è sani, allorché 1’ orina ogni dì al mattino è bianca, poi rossastra : la prima indica farsi, la seconda essersi fatta la digestione. Quando al- tri è svegliato, soprastia alquanto : poscia se non è di verno deve sciacquarsi la bocca con molta acqua fresca. Ai lunghi dì fare la meri- diana piuttosto prima di mangiare, se no, do- po ; durante il verno più che in altra stagione riposare le notti intere. E se mai si deve appli- care, non farlo dopo il mangiare, ma fatta la digestione. Chi fra il dì è occupato in civili e domestiche faccende, dovrà riservare alcuno spazio di tempo alla cura del suo corpo. E questa sta principalmente nell esercizio che vuoisi fare innanzi pranzo : più forte da elfi men lavorò e ben digerì, e più rimesso da chi è stanco, e mal digerì. Utili esercizi) sono il declamare, l1 armeggiare, il giuocare alla {(al- la, la corsa, il passeggio : e questo è bene che non sia piano, perocché nell1 ascendere e di- scendere si agita piacevolmente il corpo, ove però non sia di troppo debole. Meglio poi a cielo aperto che sotto portico: meglio se il ca- po il comporla, al sole che all1 ombra ; meglio all1 ombra di un muro o di piante che a quel- lo di un tetto ; meglio retto che non tortuoso. Il sudore, od almeno certa lassezza che non giunga allo spossamento, deve essere il termine dell’esercizio: e si vuol anche in questo valla- re facendone ora più, ora meno. Ma nè pur di queste cose sull1 esempio degli atleti ce ne fa- remo una legge fìssa, od una fatica insopporta- bile. All’esercizio si fa utilmente succedere o- ra l’unzione al sole, od al fuoco : ora il bagno, ma in una stanza ben alta, chiara ed ampia.