Note di diagnostica e terapia fisica. I. Il tremore della neurosi traumatica : caratteri grossolani e caratteri grafici di esso, valore diagnostico del tromogramma, applicazione pratica di alcune leggi di meccanica dei movimenti patologici alla diagnosi della neurosi traumatica e della simulazione : comunicazione al XVI Congresso di Medicina interna in Roma, 1906 / pel dott. Giovanni Boeri.
- Boeri, Giovanni.
- Date:
- 1906
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Credit: Note di diagnostica e terapia fisica. I. Il tremore della neurosi traumatica : caratteri grossolani e caratteri grafici di esso, valore diagnostico del tromogramma, applicazione pratica di alcune leggi di meccanica dei movimenti patologici alla diagnosi della neurosi traumatica e della simulazione : comunicazione al XVI Congresso di Medicina interna in Roma, 1906 / pel dott. Giovanni Boeri. Source: Wellcome Collection.
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![dì queste oscillazioni è mìnima (ad es. un millimetro) , come in quei tratti dello stesso tracciato in cui tale ampiezza è straordinariamente I maggiore (magari di 100 millimetri). Mentre, quindi, 1’ ampiezza delle I oscillazioni del tremore varia straordinariamente non solo nello stesso I individuo, ma nello stesso tracciato, la frequenza delle oscillazioni ri- I mane costante nello stesso tracciato, nello stesso individuo, e, si po- I trebbe anche dire, nella stessa malattia (giacché in ciascuna malattia I che si accompagni a tremore , questo ha una frequenza , sino ad un I certo punto, determinata e identica per tutti gli infermi). Così ad esempio, se un tremore ha la frequenza di 5 oscillazioni I in un secondo, se si contano, per es., 5 oscillazioni in 1 centimetro I di carta del tracciato (supponendo che la carta affumicata percorra I nel suo movimento un centimetro al secondo), si conteranno sempre I 5 oscillazioni tanto nei tratti ove le oscillazioni si contengono nelle I proporzioni diuna ondulazione appena percettibile, come in quelli dove I esse si allargano fino all’ ampiezza di 50 o di 100 millimetri. Lo stesso J* dicasi se invece di 5 oscillazioni (tremore lento), si esamini il tracciatoli di un tremore con 10 o 12 oscillazioni al secondo (tremore rapido). I; Tutto ciò si può esprimere con la proposizione, che la frequenza! ^ delle oscillazioni è indipendente dall’ampiezza delle oscillazioni stesse ossia che la durata di ciascuna oscillazione è sempre la stessa qua-l lunque sia l’ampiezza della medesima. Son venuto cosi a stabilire nella Ict meccanica del tremore la legge pendolare di Galileo, o dell’isocroni-1 La gravità, che determina il moto nel pendolo , non intervienetfii necessariamente nel caso del tremore: vi prendono parte invece lallat contrazione muscolare, che ad ogni oscillazione sposta il sistema (l’arto jjc nel caso nostro) dalla sua posizione di equilibrio in un dato senso, la reazione dei muscoli antagonisti (elasticità, tono) che interviene al-Ime] ternativamenté ora in un senso e ora nell’ altro del movimento, ten-ii^j dendo sempre a ricondurre il sistema nella sua linea di equilibrio, j|^|, Malgrado non sia in giuoco qui la gravità, pure si realizza lalL legge del pendolo essendo stata questa generalizzata per tutti quei casti in cui un mobile (un arto nel caso nostro), spostato dalla sua posizione! di equilibrio , tende a ritornarvi sotto 1’ azione di una forza propor- zionale alla distanza (come è appunto la reazione degli antagonisti).I Come risulta da quanto detto, il carattere pendolare delle oscilli.: lazioni del tremore, corrisponde ad una condizione di cose tutta perife-](https://iiif.wellcomecollection.org/image/b22410934_0008.jp2/full/800%2C/0/default.jpg)