Un viaggio in România / Aldo Mieli.

Aldo Mieli

Date:: 1936

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Credit: Un viaggio in România / Aldo Mieli. Source: Wellcome Collection.

12/20 (page 200)

Dopo pochi minuti di riposo, per assorbire in un caffè certe specialità locali, traghettammo di nuovo il braccio del fiume e ci avviammo verso Baile Hercu- lane. Per questo abbandonammo il Danubio quasi all’entrata della cittadina d’Orsova le ci inoltrammo per la valle della Cerna. La valle della Cerna era una volta abitata da un serpente favoloso, un dragone, che reclamava tutti i giorni un abbondante pasto di buoi e di pecore. Ma l’eroe della leggenda, il giovane Jan Iorgovan, cresciuto in forze appunto per l’influenza delle acque benefiche che sorgono nella regione, arrivò a potere liberare il popolo da questo mostro, cacciandolo alla confluenza della Cerna con il Danubio e facendo a pezzi il suo corpo. Per disgrazia la testa del drago potè riparare in una caverna, ed oggi an¬ cora da questa testa sortono a millioni ed a millioni certe mosche speciali (Si- milium reptans Golubatsense) che fanno strage del bestiame se i pastori non hanno la curiosa avvertenza di circondarli di fumo e liberarli così dagli attacchi del nemico. I romani che con Traiano si erano stabiliti a Drobeta ed in Dacia tutta, riconobbero ben presto l’importanza delle numerosissime sorgenti termali della valle della Cerna ; essi anzi edificarono un campo nelle immediate vicinanze di esse : « Ad Mediam » (la pronuncia popolare mette l’accento sull’f). (Per tutto questo vedi il lavoro interessantissimo del nostro amico Al. BàRcàciLà, Baile Herculane — ad Mediam — à Vepoque romaine et Ics croyances populaires d'aujourd'hui, Extrait du volume : IX congrès international d’his- toire de la médecine, Bucarest, 1935. Ma due secoli prima di BàRcàciLà il nostro viaggiatore e naturalista italiano Francesco Griselini (1717-1783) aveva parlato di queste regioni nelle ventitreesima, ventiquattresima e venti¬ cinquesima indirizzate a Saverio Manetti delle Lettere odeporiche pubblicate nel 1780 i. In queste lettere, oltre interessanti notizie archeologiche sulle « Terme Erculee », l’autore parla a lungo anche delle mosche micidiali sopra ricordate (alle quali dedica l’intiera ventiseiesima lettera indirizzata a GiannAntonio Scopoli e che definisce : « Asylus crabroniformis rostro corneo triseto, vagina univalva, antennis fìlatis, alis binis venatis, corpore oblongo, undecim anulis diviso, Musca columbacensis vulgo noncupatus ». Nelle Lettere il Griselini si occupa principalmente della storia civile e naturale del Banato allora di Temesvàr (ora Timi^oara), ed esse, tradotte in tedesco da Ignaz von Bohrn formavano il secondo volume di un’opera 1 2 stampata a Wien nel 1780. Vedi a proposito di Griselini l’importante articolo di Giambattista De Toni, Archeion, I, 1919, p. 1-26. 1 Lettere odeporiche ove i suoi viaggi e le di lui osservazioni spettanti al- Vistoria naturale ai costumi di vari popoli e sopra più altri interessanti oggetti si descrivono. Milano, presso Gaetano Motta, 1780. Alcuni decenni innanzi, il conte Luigi Maiìsili aveva pubblicato in sei grossi volumi in folio grande una descrizione del Danubio dal Kahlenberg (sopra Wien) alla confluenza del Jan tra in Bulgaria. Edizione latina, Ilagae Comitum, 1726 ; edizione francese, La Haye, 1744. A due celebri italiani è dovuta dunque la conoscenza scientifica di alcune delle regioni che formano attualmente parte della Romania. Il Griselini in una lettera (quella indirizzata al Tiraboschi), si occupa della lingua rumena, mettendo in luce la sua affinità con il latino e l’italiano. 2 Franz Griselini, Versuch einer politischen und natùrlichen Geschichte des temeswarer Banats in Briefen an Standespersonen und Gelehrte. 2 voi. Wien, J. P. Krauss, 1780.