Un viaggio in România / Aldo Mieli.

  • Aldo Mieli
Date:
1936
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Credit: Un viaggio in România / Aldo Mieli. Source: Wellcome Collection.

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    Gomoiu fu il fondatore ed è il direttore, mentre la sua gentilissima signora anche essa medico, ne è la segretaria intelligente. Alla fine del banchetto Gomoiu ricordò i suoi rapporti con la Societé inter- nationale de l’histoire de la médecine, della quale egli è attualmente presidente, e con la nostra Accademia internazionale di storia delle scienze e, personalmente, con me. Ci eravamo già veduti a Oslo, quando fu fondata l’Accademia. A Paris, quasi tutti gli anni, abbiamo avuto occasione di incontrarci al banchetto della Société frangaise d’histoire de la médecine che ha luogo o negli ultimi di de- cembre o nei primi di gennaio. Aveva vivamente sentito la mia mancanza al congresso internazionale di storia della medicina che egli aveva indetto e pre¬ sieduto a Bucure.^ti nel 1932. Ora finalmente era lieto di vedere me ed altri sto¬ rici della scienza sulla sua terra, nel suo ospedale e ci augurava il benvenuto, ed un ritorno prossimo per altre occasioni. Risposi commosso all’affettuoso discorso di Gomoiu, ricordando i frutti che dal suo lavoro ha raccolto la storia della medicina ed i legami che lo stringono alle nostre varie organizzazioni. Fra coloro che vidi con maggiore piacere à Bucure§ti devo ricordare Mircea Eliade. Era da lunghi anni, avanti la sua partenza per l’India, che ero in corri¬ spondenza con lui e che egli in vari giornali e riviste rumene aveva parlato di Archeion e di varie mie opere. Avevo anche vivo desiderio di vederlo con più calma, all’infuori delle riunioni troppo frequentate, ed appunto al mio ritorno da Costanza gli avevo scritto dandogli appuntamento per un pomeriggio domeni¬ cale. Era l’ultimo giorno che restavo a Bucure^ti e fui dolente quando, non ve¬ dendolo venire, uscii per conoscere alcune parti della città che non avevo avuto ancora tempo di visitare. Al mio ritorno, la sera, trovai un biglietto dell’amico : egli mi avvisava che era venuto,sì,all’appuntamento,ma con mezzora di ritardo, e che, naturalmente, non mi aveva trovato. Pare impossibile che si trovino così frequentemente delle persone che non capiscono che quando si dà un appun¬ tamento, l’ora fissata è un termine ad quem e non a quo, cioè, in parole povere, quest’ora non segna l’istante dal quale parte, verso l’infinito, il tempo che si deve stare ad aspettare, ma piuttosto quello nel quale uno, già stanco, se ne va via, al modo stesso che un treno che parte in orario ! Poche parole dirò sul nostro viaggio in Bucovina, perchè fu fatto colletti¬ vamente da numerosi participanti all’assemblea. Esso mi procurò il piacere di vedere una interessante regione che faceva già parte dell’Austria, ed anche (nell’escursione ad Hotin) della Russia czarista. La visita dei monasteri, oltre che un grande interesse per lo sviluppo dell’arte rumena, permise anche di am¬ mirare i paesaggi di questa regione, dove dominano le colline boscose fra le quali si aprono vailette feconde. Tornato a Bucure§ti, profittando di facilitazioni offertemi dal Ministero degli esteri rumeno, potei visitare Constala e Balcic sulle coste del Mar Nero. Ero partito da Bucure^ti, dove faceva relativamente caldo, con la speranza di fare qualche bagno nel Ponto Euxino. Vana speranza. Il freddo era rigido sulle coste del mare e, durante il soggiorno a Constala, ebbi anche varie ore di pioggia. Il mare, d’altra parte, fu sempre relativamente assai agitato durante il mio soggiorno, e, per il colore, faceva pensare a un Mar Giallo piuttosto che al Mar Nero. L’antica Tomis, del resto, mi piacque assai, e, seduto in un ristorante in faccia alla statua d’Ovidio, ritrovai anche qui le tracce della romanità, confer-