Il gran contagio di Verona nel milleseicento, e trenta / Da Francesco Pona.
- Francesco Pona
- Date:
- 1727
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Credit: Il gran contagio di Verona nel milleseicento, e trenta / Da Francesco Pona. Source: Wellcome Collection.
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![di far In fi e luogo y alle di lui dififolutezz?. La vergine firn* plketta y che non sà doue prorompa la militare licenza , gira lo innocente [guardo più al pugnale del nimico y che ad altro. La Matrona y che sà più certi i [noi pericoli, e gli altrui col¬ piy detefla la fu a bellezza ; lacera le già tanto dilette chiome; graffiando il volto lo trasfigura ; e percuotendofi le dolci brine del bianco petto y v imprime fopra brut tifimi lini dori : mentre in odio à fi me defma y maledifie i lifii vfati} e gli artifici] che la abbellirono y perche / accorge che firuono d' incentiui alicu» violenta dello intemperante che le fourafta : il quale hormai ri- filato y dopo breue perpleffità dell' appigliarfì à quefta, ò à quel¬ la y fende il braccio lìce ut io fi verfo la Vergine ; e con quello \ corte fi termine y che man villana flr oppio eia, e sboccia Rofa pulce li a y s'annerita egli a quella bocca y eh'è sforzata d'alitar /’ ambre de' fivoi fiati, nelle fozzc fauci, cui riempì Bacco poco dianzi de' fetori della ebrezza • «E le poppe, eh' appena fipunta* no y comprefe da filuefre mano , portano dolori al cuore y che afpettaua ejfer confolato da vezzi teneri, & amorofiy al tem¬ po de gli honefli Himeneì : quindi, rotte appena le pudiche cu- fiodie del na]cimento y auido il bizzarro di nuoui nettari y fi fica¬ glia alla Spofia timida , che appena il fiente , ne' vefiigi della Vita eh' è per abbandonarla \ e fiotto gli occhi del Conforte hor¬ mai captino y e che fi muore difiperato à così laido , e dfpia¬ cente fijpettacolo y fi fà tiranno delle gioie altrui deflinate. Così afflitte dalla in difi'crei ione che le opprime y e dal dolore che le trafigge , muoiono dì doppia Morte ; e sù le foglie del morire y rìnouano ad onta del voler proprio la infaufla Vita ; mentre vedono il Vincitore , afpìrando ad altri , che ad amo- rofì t efori y fi agitar fi all' arche doue filettano frà le gioie tener ì cuori y e le anime. Spirando gli vltimi fiati fi marauigliano di vedere lo indomito y per fonuerchia fi te di rapire y e di ap¬ propriarli y ferir con pejante ciana >e frac affare lo frigno, con, ktga](https://iiif.wellcomecollection.org/image/b31874472_0064.jp2/full/800%2C/0/default.jpg)