Analgesia cardiaca in tabetico : osservazione clinica / F.S. Torri.

  • Torri, G.S.
Date:
1911
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Credit: Analgesia cardiaca in tabetico : osservazione clinica / F.S. Torri. Source: Wellcome Collection.

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    eccitazione motoria che colsero Tammalato poco prima del suo ingresso all’ospedale. Non avendo presenziato al loro svolgersi, torna ancora più difficile il coglierne il significato e spiegarne la genesi. Pur rimanendo a quanto di essi racconta il paziente, uomo intelligente e veritiero, si può escludere trattarsi di fenomeni dipendenti da una eccitazione del fasci- piramidale (Rosembach, Grasset, Audry, Oppenheim ecc.): l’inte- ressamento dei muscoli mimici e la perdita di coscienza verificatasi nel secondo acce.sso porta la mente a pensare piuttosto ad un interessa- mento corticale. E che in tal fatto possa verificarsi nella tabe, anche al- l’infuori della coesistenza di disordini circolatori d’origine centrale co- me nel caso nostro, lo dimostrano la presenza non rara in tale forma morbosa, di movimenti spontanei ed associati e particolarmente la pre- senza di movimenti coreici ed atetosici e di ''eri attacchi epilettici. Anche la lesione circolatoria non è di difficile inter|)relazione: esi- ste nel nostro paziente una sigmoidite aortica la quale ha condizionato una insufficenza valvolare. Il fatto anatomico se ha interessato in linea princij)ale il cingolc aortico, non vi si è però e.sclusivamente localiz- zato; esistono altri punti dell’aorta che sono lesi: ne fa fede la disu- guaglianza delle pulsazioni radiali, efietto di un restringimento dell’ori ficio della succlavia sinistra. Certo è però che la lesione ha poc<) interessato il tratto ascen- dente e l’arco dell’aorta come lo dimostra la mancanza dell’inn.ilzamen- to delle succlavie, la mancanza di pulsazioni al giugulo e del debor- dare dell’otlusità aortica dalla marginale destra dello sterno; ed anche l’indagine radiografica come è sopra iletto ha localizzata la lesione ad un piccolo tratto sopravalvolare. Ma tale sede del processo anatomico ha provocato oltre al latto valvolare una parziale ostruzione deH’imbocco delle coronarie: lo fa so- spettare la ipotensione-arteriosa, l’aritmia cardiaca e la mancata iper- trofia del ventricolo sinistro quale era da attendersi e per l’entità del disturbo idraulico e per l'età del paziente. La fibra muscolare cardiaca, non vivificata da una corrente alimentare proporzionale al super lavoro richiesto dalla alterazione valvolare, s’è lasciata distendere, ed anziché ipertrofizzarsi è caduta in preda a processi regressivi. Il, fatto più notevole però è rappresentato dalla assenza di quei fe- nomeni dolorosi e di tutti quei riflessi che sogliono partire da una aor- ta lesa nel grado e nella località del caso nostro; nessun accenno ad accessi di andina pectoris, non spasmo delle arterie periferiche (pallore al viso) nè riflessi polmonari (dispnea, crisi d’ asma cardiaco) nè spa- smi delle arterie cerebrali (vertigini, liootimie, sincopi). Onde si può di- re che la caratteristica della lesione aortica nel nostro ammalato sia la latenza dei sintomi. Esiste un rapporto tra la forma morbosa spinale e la lesione aortica? Teissier avendo constatato la frequenza nei tabetici dell’ élat fene- stré delle valvole aortiche ha pensato che tale fatto fosse il risultato di un disturbo trofico d’origine midollare comparabile alla rarefazione del tessuto osseo; tale processo condurrebbe al riassorbimento di alcuni e- lemenli cellulari delle valvole con esito a « mal perforant valvulaire ». Ma l’osservazione successiva ha posto in luce che in molti tabe-